Le prossime settimane, in diverse occasioni, e ormai vicini alla Pasqua, l’invito liturgico, accolto dalla nostra parrocchia, sarà quello di “prendere e portare la croce”! Materialmente! La croce che attraverserà le nostre strade nella Via Crucis: quella parrocchiale, quella interparrocchiale con la comunità dello Spirito Santo e, di nuovo, quella del pomeriggio del Venerdì santo. “La croce” sarà il ritornello che anche Prof. Paolo Pomata, illustrandoci la Sindone, ci ripeterà nel primo pomeriggio di domenica 26 marzo: la copia autentica del telo di Torino ci permetterà di riconoscere il peso e i segni della croce impressi nel corpo dell’uomo/Uomo della Sindone. Gli stessi raccontati nella Passione di Gesù. Questo per dare sostanza ed illuminare il nostro personale e comunitario “prendere la croce” che, oltre l’immagine, rappresenta lo scoglio più decisivo ed importante per la nostra fede. Prendi la croce! Una delle frasi più celebri, più citate e più equivocate del Vangelo e che abbiamo interpretato come esortazione alla rassegnazione: soffri con pazienza, accetta, sopporta le inevitabili croci della vita. Ci sta, certo, ma non basta! Al discepolo non è chiesto di subire passivamente, ma di prendere, attivamente.
Se la croce è il riassunto dell'intera vita di Gesù, “prendi la croce” chiede di prendere su di noi una vita che assomigli alla sua.
La Croce di Cristo è la verità che contesta le letture amare della vita che ci portiamo dentro, e sta lì, mitemente, umilmente, pazientemente a dire ad ogni uomo: calmati, la vita non è difendersi, la vita è amare. Rosini, "L’arte di guarire"
Nell'insegnamento di Gesù “prendi la croce” non mette in primo piano la mortificazione e la rinuncia. Non si riferisce primariamente al dovere di sopportare con pazienza le piccole o grandi tribolazioni quotidiane; né, ancor meno, intende essere un'esaltazione del dolore come mezzo per piacere a Dio. Il cristiano non ricerca la sofferenza per sé stessa, ma l'amore. E la croce accolta diviene il segno dell'amore e del dono totale. Portarla dietro a Cristo vuol dire unirsi a Lui nell'offrire la prova massima dell'amore.
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