Proprio un anno fa, iniziando la Quaresima, l’invasione della Russia in Ucraina, ci ha messo davanti alla vicina crudeltà ed efferatezza della guerra e del suo potere di cambiare, in un istante, la vita di un intero popolo. Ecco cosa fa la guerra: cambia casa e abitudini di ogni famiglia, frantuma i sogni di ogni giovane, ridesta paure negli anziani, consegna violenza nelle mani degli adulti, acceca la possibilità della pace, fa preparare in fretta e furia valige improvvisate ma soprattutto genera morte, distruzione e disperazione. La stessa disperazione che è scritta a caratteri cubitali nel volto delle tante donne e bambini ucraini venuti dalle nostre parti e che con grande dignità e reattività portano nel cuore la speranza di tornare presto nel loro paese, finalmente in pace, adattandosi ai nostri ritmi, alle nostre usanze e alla nostra accoglienza. Si parla troppo di armi, senza tregua, con ossessione nauseante: rimane l’unica strada percorribile e praticabile? Anche questa Quaresima ci chiede di portare con noi il dramma di un’intera popolazione ucraina che vive nel terrore e nell’angoscia, ma anche di fare spazio all’ecatombe del terremoto in Siria e Turchia. A tal proposito sarà importante accompagnare con la preghiera il nostro Arcivescovo che, in qualità di segretario generale della CEI, si reca dal 27 febbraio al 4 marzo in Siria, tra i progetti finanziati dalla Chiesa italiana durante la guerra. Facciamo nostro, perciò, il grido di Papa Francesco implorando il dono della pace in Ucraina:
Potrà il Signore perdonare tanti crimini e tanta violenza? Egli è il Dio della pace. Restiamo vicini al martoriato popolo ucraino, che continua a soffrire. E chiediamoci: è stato fatto tutto il possibile per fermare la guerra? Faccio appello a quanti hanno autorità sulle nazioni, perché si impegnino concretamente per la fine del conflitto, per raggiungere il cessate-il-fuoco e avviare negoziati di pace. Quella costruita sulle macerie non sarà mai una vera vittoria!
Per noi cristiani i quaranta giorni della Quaresima, ci preparano a vivere il mistero pasquale di Gesù, morto e risorto. Se ritorniamo alla verità di ciò che siamo e ci rendiamo conto che il nostro io non basta a sé stesso, allora scopriamo di esistere solo grazie alle relazioni: quella originaria con il Signore e quelle vitali con gli altri che Egli ci mette accanto. Il tempo di Quaresima ci ricorda il valore della preghiera, del digiuno e della carità, le uniche vere armi capaci di trasformare i cuori delle persone e di renderci “fratelli tutti”.
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Per tutte le guerre