LA SETTIMANA SANTA
- Andrea Pani
- 10 apr
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 11 apr

Ogni anno, il cammino liturgico e spirituale della Chiesa ci conduce, attraverso la Settimana santa, al cuore pulsante della fede cristiana: il mistero pasquale della morte e risurrezione del Signore Gesù. Uno dei nomi più suggestivi con cui la tradizione orientale chiama questa settimana è quello di Settimana autentica: quella più grande e importante, che approda nel punto più autentico della nostra vita. Ma quand’è che la vita è autentica e che cosa la rende tale? La vita è autentica quando siamo nel giusto della vita (Mario Luzi). La Settimana santa ci porta nel cuore e nel giusto della vita, dove non ci siamo anzitutto noi con i nostri meriti a sentirci nel giusto, e neppure ci siamo noi con i nostri ritardi e le nostre mancanze a sentirci nel posto sbagliato, ma c’è anzitutto il Signore, con la realizzazione perfetta del suo amore: Gesù, che porta a compimento la sua vita, svelandone il mistero e il senso profondo. Per questo motivo, avverto la responsabilità di mettere nel vostro cuore l’importanza dei prossimi giorni verso la celebrazione della Pasqua. Non dovrei ricordarvelo ma, in questo Anno Santo, penso sia importante trasmetterci a vicenda il desiderio di ritrovarci, come comunità cristiana, attorno al Signore Gesù proprio nei giorni decisivi della nostra salvezza. Ritrovarci perché la nostra personale vicenda, la nostra anima e la nostra storia siano davvero illuminate dall’incontro con la Misericordia di Dio. Sappiamo che il dono di Cristo non conosce misura. È altrettanto vero che ad ognuno di noi è chiesto un “di più”, soprattutto in questa settimana, di tempo, di dedizione, di desiderio di stare con il Signore: le sante Quarantore, con l’Adorazione Eucaristica e ampia disponibilità di sacerdoti per le Confessioni, per poi giungere al Triduo Pasquale. Appunto per questo trovo veritiere le parole di don Mazzolari:
Dove non c’è nessun amore, il di più non c’è. Dove c’è poco amore, il di più è sempre scarso. Dove c’è tanto amore tutto è di più, anche la propria vita.
La foto in alto è un tenero particolare di un suggestivo affresco della Basilica di san Nicola, a Bari.
I prossimi giorni sono, dunque, santi in sé e per sé e come tali chiedono di essere vissuti. Viverli come santi dipende da noi, da quanto riusciamo a coinvolgerci nel flusso inesauribile della Grazia di Dio che passa attraverso i riti, le celebrazioni e soprattutto l’impegno per la conversione.
Consapevoli di essere peccatori, ma fiduciosi nella misericordia divina, lasciamoci riconciliare da Cristo per gustare più intensamente la gioia della sua risurrezione. Il perdono, che ci viene donato da Cristo nel sacramento della Penitenza, è sorgente di pace interiore ed esteriore e ci rende, oggi più che mai, apostoli di pace in un mondo, anche quello piccolino del nostro cuore e delle nostre case, dove continuano purtroppo le divisioni, le sofferenze e i drammi dell’ingiustizia, dell’odio e della violenza, dell’incapacità di riconciliarsi per ricominciare di nuovo con un perdono sincero.

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