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...IN TUTTO IL MONDO


Il mese di Ottobre è particolarmente dedicato, nelle comunità ecclesiali, alla preghiera e alla sensibilizzazione sull’attività missionaria della Chiesa nel mondo. Rendersi, cioè, consapevoli che l’annuncio del Vangelo è nostra responsabilità e che lo Spirito Santo può dare una svolta alla storia di tanti che non conoscono Cristo anche e attraverso il coraggio di “partire per annunciare”! Nel 1996, ormai prossimo all’ordinazione sacerdotale, andai in Brasile per stare qualche mese con i missionari della nostra diocesi nel Nord-est: porto nel cuore le festose celebrazioni di tanti cristiani che percorrevano chilometri a piedi pur di poter partecipare alla Messa che, in quella loro cappellina o chiesa, si celebrava poche volte l’anno, quando il missionario riusciva ad arrivare. Non nego che ci ripenso quando, ogni tanto, il clima delle nostre celebrazioni trasmette tutt’altro che la gioia di incontrare il Signore e la letizia di stare insieme.

Proprio per questo motivo, e non solo, sono convinto che la missione più complessa e difficile sia proprio nelle nostre città, tra la nostra gente: è qui che l’evangelizzazione deve fare i conti con la diffidenza, con la ricchezza di cose che riempiono il tempo e il cuore ostruendo le domande e le svolte più necessarie, con gli inevitabili “scandali” e le contro testimonianze che sempre riaffiorano ogni qual volta si cerca di parlare di Dio. Eppure, ancora oggi, in un mondo lacerato da divisioni e conflitti, il Vangelo di Cristo è la voce mite e forte che chiama gli uomini a incontrarsi, a riconoscersi fratelli e a gioire dell’armonia tra le diversità. Questo anelito e questa chiamata sono talmente forti da dare una svolta alla vita di chi avverte in sé il fuoco della missione ad essere, cioè, nel suo, annuncio vivente della misericordia di Dio. La cronaca di ogni giorno. i racconti di chi ci sta accanto, lo sguardo perso e scoraggiato di tanti che condividono il nostro stesso tratto di strada, ci dicono che proprio oggi c’è bisogno di tanta speranza e di un rinnovato annuncio della misericordia di Dio.

Lo ha ricordato il Papa Benedetto XVI:


Non possiamo tenere per noi l’amore che celebriamo nel Sacramento [dell’Eucaristia]. Esso chiede per sua natura di essere comunicato a tutti. Ciò di cui il mondo ha bisogno è l’amore di Dio, è incontrare Cristo e credere in Lui. Per questo l’Eucaristia non è solo fonte e culmine della vita della Chiesa; lo è anche della sua missione: “Una Chiesa autenticamente eucaristica è una Chiesa missionaria”. Esort. Ap SC, 84

In ogni latitudine, è questo ciò che ogni cristiano può offrire al mondo: l’amore di Dio. Noi lo possiamo offrire percorrendo con fede e speranza le strade del nostro quartiere e tra la gente che ogni giorno, in un modo o nell’altro, possiamo incontrare. In altre parti della terra, potrà arrivare attraverso le gambe e il cuore di missionari e missionarie che, nelle zone più impervie, povere e pericolose, danno voce al racconto di Cristo Salvatore.  

Perciò, come scrive Papa Francesco:


La prima e principale risorsa della missione sono coloro che hanno riconosciuto Cristo risorto, nelle Scritture e nell’Eucaristia, e che portano nel cuore il suo fuoco e nello sguardo la sua luce. Costoro possono testimoniare la vita che non muore mai, anche nelle situazioni più difficili e nei momenti più bui.

 





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