IL PERDONO CHE DONA SPERANZA
- Andrea Pani
- 28 mar
- Tempo di lettura: 2 min
Si tratta di uno dei momenti più significativi nel percorso della fede di ognuno e anche nella storia di una comunità parrocchiale, come persino nella vita di un sacerdote: la prima confessione. È con emozione e particolare senso di fede che domenica 23 marzo 2025, ventisette ragazzi del gruppo Emmaus si sono ritrovati per vivere con la Festa del Perdono la loro prima confessione: insieme ai loro genitori e a diversi nonni, ma anche padrini e madrine del loro Battesimo, hanno sperimentato il Sacramento che dona loro il Perdono di Dio, Padre misericordioso. Hanno attinto all’acqua fresca della croce di Cristo e, facendo memoria del loro Battesimo, si sono sentiti ancora di più e meglio uniti a Gesù, l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. Li attende, l’11 maggio, un’altra e decisiva tappa nel loro cammino di fede: la Prima Comunione. La Prima di tante, di una vita vissuta nel desiderio di non allontanarsi mai dall’amicizia e dal sostegno del Signore. Complice la Quaresima ma anche tutta una serie di circostanze che mi portano a ciò, desidero riproporre a tutti voi che leggete e, chiaramente a me per primo, l’importanza della Confessione. Per essere più precisi l’indispensabilità e necessità di muovere i passi della propria libertà per accogliere il perdono di Dio.
Raccolgo molti segnali che registrano la perdita del sacramento della Riconciliazione / Penitenza / Confessione. Molti battezzati non si confessano per molti anni. Forse non hanno peccati da confessare. Forse non ritengono che sia possibile per loro essere perdonati. Molti battezzati non si confessano per un pentimento che invoca il perdono di Dio e la riconciliazione con la Chiesa. Cercano piuttosto qualcuno che li ascolti, hanno bisogno di sfogarsi. Non hanno bisogno di una grazia di conversione. Si accontentano del sollievo di qualche buona parola di consolazione.
Così si è espresso recentemente l’Arcivescovo di Milano: da tempo siamo consapevoli di questa situazione che ha alla radice qualcosa di più profondo e fondamentale: aver perso Dio, aver estromesso Dio dalla vita e dalle scelte concrete, aver chiuso il proprio orizzonte tra le cose, le persone e gli obiettivi terreni.
Nella persona, il senso del peccato è proporzionale proprio alla percezione dell’infinito amore di Dio: più sentiamo la sua tenerezza, più desideriamo di essere in piena comunione con Lui e più ci si mostra evidente la bruttezza del male nella nostra vita. Ed è proprio questa consapevolezza, descritta come pentimento e dolore, che ci spinge a riflettere su noi stessi e sui nostri atti e a convertirci. Ricordiamoci che Dio non si stanca mai di perdonarci, e da parte nostra non stanchiamoci mai di chiedergli perdono! Papa Francesco
Così ci avviciniamo a Pasqua: e allora Pasqua sarà veramente Pasqua!

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