Non so se sia insito nella natura umana o sia una caratteristica tutta italiana ma sta di fatto che, dopo l’inziale sgomento e la prima indignazione, sembra che l’abitudine si impossessi dell’opinione pubblica e non solo: per questo motivo un mese e mezzo di guerra tra Israele e Palestina, quasi due anni di conflitto in Ucraina e tanto altro appartengono alla nostra routine che comunque va avanti senza troppo turbamento. So bene che non per tutti è così e che comunque ognuno di noi ha il suo bel groviglio di problemi e di preoccupazioni da sbrogliare e con cui fare i conti. A scuola, ogni tanto ci provo: “Avete sentito cosa sta succedendo nella Striscia di Gaza?”. Confesso che le risposte sono abbastanza approssimative e generiche. Eppure il desiderio della pace e la consapevole responsabilità che ciò che succede nel mondo ci deve interessare mi sembra sia oggi più che mai urgente richiamarla e, anche come educatori, insistere perché faccia parte della crescita e della sensibilità dei ragazzi. Non possiamo far finta di nulla! Questa la testimonianza del Card. Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini:
Sono 1400 le vittime israeliane dell’attacco del 7 ottobre, oltre 11mila i morti accertati a Gaza, gran parte civili di cui almeno 4000 i minori. Gli sfollati in Israele sono circa 100mila, mentre a Gaza almeno 1 milione. I cristiani presenti a Gaza, dove le infrastrutture sono completamente distrutte, sono meno di un migliaio, accolti in un centro ortodosso e in una parrocchia cattolica nella zona settentrionale, sotto bombardamenti continui e al centro delle operazioni militari. Diamo inoltre alloggio a circa 3000 musulmani, ospitati nei locali di una scuola. Grande è la preoccupazione anche per i cristiani che si trovano a Betlemme e nelle zone limitrofe e per quelli sparsi in Cisgiordania.
Cosa dire, poi, delle immagini delle decine di soldati israeliani, alla ricerca dei militanti di Hamas, che sparando in aria ordinano agli abitanti di Gaza rifugiati nell'ospedale di al-Shifa di arrendersi: è il più grande ospedale della Striscia di Gaza, senza energia elettrica da giorni, in una emergenza umanitari indescrivibile. Certo ci viene chiesto di pregare e di renderci consapevoli di come la storia nelle mani degli uomini entra in vortici abissali di odio e violenza; proprio l’amore per la Storia, che per noi cristiani è abitata da Dio, ci implora di fare la nostra parte come artigiani della pace, ostinatamente a servizio della verità e della fraternità. È in questo scenario che il nostro amico seminarista, Andrea Pelgreffi, da diversi mesi tra i volti della nostra comunità, soprattutto tra i ragazzi dell’oratorio, verrà ordinato diacono, entrando così nell’Ordine sacro e facendosi segno di Cristo che è venuto non per essere servito ma per servire. Anche a lui, ora, è chiesto di spezzare la Parola della riconciliazione e della pace del Vangelo ed essere promotore di iniziative e percorsi che aiutino soprattutto le giovani generazioni ad essere “artigiani della pace”!
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